Le richieste di Confabitare al Governo per l’emergenza Coronavirus

Le richieste di Confabitare al Governo per l’emergenza Coronavirus

-Sgravi fiscali a sostegno delle locazioni ad uso abitativo e commerciale.

-Cedolare secca 10% contratti concordati su tutto il territorio nazionale conseguente l’emergenza Coronavirus.

-Termini ed adempimenti in materia di condominio.

-Sgravi fiscali per salvare migliaia di negozi.

Proposta riduzione IMU su locali commerciali per emergenza Covid 19.

 

Sgravi fiscali a sostegno delle locazioni ad uso abitativo e commerciale.

Ill.mo Sig. Presidente,
Ill.mo Sig. Ministro,
in questo periodo così difficile per il nostro Paese nel quale tutti, più o meno giustamente, hanno concentrato sforzi, energie ed attenzione a superare quasi esclusivamente la crisi sanitaria, CONFABITARE – Associazione Proprietari Immobiliari è al fianco dei propri associati e, in generale, di chi possiede immobili, sia per affrontare e superare i problemi contingenti che per prepararsi alla crisi che investirà pesantemente il comparto immobiliare.
La “chiusura” delle principali attività del Paese ha comportato, per famiglie e attività, l’interruzione nel pagamento degli stipendi come dei flussi di cassa per le aziende. Scelta pesante ma necessaria, ne siamo consapevoli. Come siamo consapevoli, però, che la situazione è ormai divenuta insostenibile: molte imprese sono ferme e non riescono a pagare l’affitto, come anche molte famiglie, con la conseguenza che tutto ciò grava, al momento, su molti proprietari che non percepiscono più l’affitto e, loro volta, si trovano in difficoltà a far fronte ai propri impegni.

La riapertura, quando ci sarà, non risolverà questa situazione in modo automatico. Non c’è un “meccanismo di mercato” che riporta la situazione economica allo status quo ante, come se nulla fosse successo. In questo contesto il comparto immobiliare, che esce da oltre dieci anni di crisi, ne subirà conseguenze pesanti ed imprevedibili.
CONFABITARE è seriamente preoccupata di quella che potrà essere la ricaduta su tutto il comparto delle locazioni, sia quelle residenziali che quelle produttive e commerciali. E non è certo il credito d’imposta l’unica risposta che lo Stato può e deve dare! Se un’attività è in grado di pagare regolarmente l’affitto, non avrà bisogno del bonus dato dal credito! Se, invece, l’attività è chiusa, è difficile che abbia la liquidità per far fronte al canone, alle varie spese, magari stipendi, contributi, tasse varie. Quando riaprirà, se riaprirà, non è detto che possa pagare altre tasse sulle quali “giocarsi” il credito.

Per non parlare delle famiglie. La Cassa Integrazione, come le chiusure delle attività, è in continuo aumento. Come faranno i lavoratori a pagare l’affitto?
In questi giorni si parla con una certa insistenza di proposte di legge che consentano ai conduttori, abitativi o commerciali che siano, di poter esercitare una sorta di diritto all’autosospensione o autoriduzione del canone di locazione.

CONFABITARE si oppone e si opporrà duramente ad una simile ipotesi.
Vorrebbe dire, ancora una volta, fare “Welfare” a spese dei proprietari immobiliari!
Sarebbe – una norma del genere – non solo gravemente lesiva dei principi costituzionali sui quali si fonda la proprietà privata, ma costituirebbe un’ingiustificata disparità di trattamento, altrettanto censurabile.
Come potrebbe, poi, un proprietario “sindacare” la legittimità della scelta del conduttore? Come prevenire abusi da parte di chi, non avendone titolo o merito, potrebbe approfittare della norma per autoridursi o sospendere il pagamento del canone anche se, invece, ben potrebbe pagarlo?
Per favorire l’uno, si sceglierebbe legalmente di danneggiare l’altro.

Questo è inaccettabile, oltre che illegittimo.
La proprietà immobiliare non può diventare né il bancomat del Paese, né l’ammortizzatore sociale sul quale scaricare il problema affitti. Perché allora occorrerebbe aprire un dibattito serio, ma estremamente delicato, sul perché una patrimoniale di fatto “salva” una parte del Paese dove l’accatastamento degli immobili appare un “optional”, così come si dovrebbe affrontare il problema di come vengano realmente assegnati gli alloggi popolari.
E’ poi notizia di questi giorni che il Governo da Lei presieduto si appresterebbe a varare un provvedimento volto a rinviare al 30 novembre il pagamento di IMU, TARI e imposte locali minori.

Differire il pagamento a fine novembre, salvo che la situazione dal punto di vista sanitario precipiti di nuovo, cosa che nessuno si augura, vuol dire aiutare sia la proprietà che l’inquilinato ad alleggerire temporaneamente almeno il carico fiscale che grava sugli immobili. Immaginare, in una situazione come quella attuale, di dover pagare migliaia di euro fra IMU e le altre imposte locali diventa non solo improponibile, ma rischia anche di fare da possibile detonatore di un disagio sociale che emerge in modo sempre più preoccupante.
CONFABITARE nell’accogliere positivamente questa ipotesi ritiene, quale Associazione portatrice di interessi specifici, di poter formulare le seguenti osservazioni e proposte:

FISCALITA’ LOCALE
1) Disporre il differimento al 30 novembre 2020 del pagamento di IMU, TARI e imposte locali minori, con possibilità di rateizzare il carico fiscale senza interessi.
2) Come associazione a tutela della proprietà immobiliare, nel sostenere l’ipotesi di un differimento fiscale dei tributi, riteniamo si debba prevedere una forma di sostegno, diretta o indiretta, alle Amministrazioni locali affinché siano messe in condizione di deliberare una riduzione dell’IMU a favore dei proprietari che acconsentono a ridurre, anche in via temporanea, l’affitto ai propri inquilini. Questo sia per le locazioni ad uso abitativo che ad uso diverso.
3) In un simile e più ampio contesto, CONFABITARE ritiene che un credito d’imposta sui canoni effettivamente pagati, a favore dei conduttori, sia per le locazioni residenziali che commerciali, potrebbe, se collegato alla riduzione IMU, costituire una prima valida risposta alle difficoltà del comparto.

CEDOLARE SECCA COMMERCIALE
Al fine di incentivare la sottoscrizione, anche in modalità assistita e garantita, di accordi con i proprietari immobiliari volti alla riduzione, anche in via temporanea, dei canoni di locazione, scongiurando il rischio di un incremento esponenziale degli sfratti per morosità e della conseguente chiusura delle attività, CONFABITARE formula una proposta di emendamento che si allega alla presente, con la quale si chiede di reintrodurre, per almeno due anni, la cedolare secca per le locazioni ad uso diverso dall’abitativo, nei modi e termini indicati nell’allegata proposta.
Come Associazione di categoria riteniamo che, in questo momento, sia del tutto sbagliato, oltre che ingiusto, discriminare fra categorie “merceologiche” o, peggio, “catastali”.
Si tratta, la nostra, di una “rivisitazione” della cedolare secca sui contratti commerciali che – senza troppi sacrifici per il Sistema Paese – potrà contribuire ad aiutare una parte non indifferente della Società.
Sarà una scelta difficile, ne siamo consapevoli.
Ma il Paese non ha alternative.

Quando tutto sarà finito, se non facciamo da subito le scelte giuste, non siamo sicuri che avremo una seconda chance per salvare il comparto immobiliare italiano.
Per questo ci sentiamo di fare, per quanto ci è consentito, la nostra parte, attraverso un contributo che possa, magari anche in via temporanea, ulteriormente rispondere alla situazione pesante che grava su locatori e conduttori di unità ad uso abitativo e commerciale.
Per meglio contribuire ai lavori del Governo da Lei presieduto, nonché per far “sentire” la voce dei proprietari immobiliari, che costituiscono un segmento grandissimo nel Paese, mi rendo sin d’ora disponibile ad un incontro, in videoconferenza, con chi sarà all’uopo incaricato.
Con l’occasione di inviarLe la presente, Le rivolgiamo, Signor Presidente, i migliori auguri di buon lavoro.

Clicca qui per visualizzare il documento.

Cedolare secca 10% contratti concordati su tutto il territorio nazionale conseguente l’emergenza Coronavirus.

Ill.mo Sig. Presidente,
Ill.mo Sig. Ministro,

con la pubblicazione dei Decreti meglio noti come “Io sto a casa” e l’estensione della zona rossa a tutto il territorio nazionale, oltre a limitare la circolazione delle persone, si è disposta anche la chiusura di moltissime attività industriali, artigianali, professionali e commerciali ritenute non essenziali, misura che come ben sapete ha comportato pesantissime ripercussioni sull’economia del territorio. Questa scelta, pur se doverosa, ha comportato una grave crisi di liquidità che, partita dalle aziende e dalle professioni, inizia a colpire duramente anche le famiglie italiane, che sempre più faticano ad arrivare alla fine del mese.

Va da sé che la conseguenza finale della crisi di liquidità delle famiglie sia l’impossibilità di far fronte al pagamento del canone di locazione. Cosa che, purtroppo, non si risolverà con la sola riapertura ipotizzata dal 4 maggio in poi. Occorre immaginare di dover favorire la stipula di contratti a canone calmierato, che consenta ad entrambe le parti, locatori e conduttori, di poter concordare canoni sostenibili avendone entrambi un qualche vantaggio.

Un vantaggio assolutamente semplice da introdurre e sostenibile è l’applicazione della cedolare secca con aliquota al 10% su tutto il territorio nazionale. Infatti, questa agevolazione fiscale è già in vigore in caso di emergenza a seguito di eventi calamitosi; l’attuale normativa prevede che l’applicazione della medesima sia del 10% anziché del 21%, con riferimento ai contratti di locazione a canone concordato stipulati per immobili situati in Comuni per i quali è stato deliberato, negli ultimi 5 anni precedenti la data del 28/5/2014, lo stato di emergenza a seguito di eventi calamitosi. Per l’anno 2020 tale riduzione di aliquota si applica limitatamente ai Comuni con popolazione fino a 10.000 abitanti. La riduzione dell’aliquota trova la propria giustificazione nel dare un aiuto concreto alle comunità e ai territori colpiti da sciagure naturali.

E’ indubbio che tutto il territorio italiano sia interessato nel 2020 dall’effetto pandemia del Covid-19, un effetto sicuramente paragonabile ad uno stato di emergenza a seguito di eventi calamitosi,
un effetto che necessita di provvedimenti a sostegno di tutti, anche dei proprietari immobiliari in qualità di locatori di immobili.

CONFABITARE ritiene quindi che sia doveroso estendere l’applicazione dell’aliquota ridotta della cedolare secca al 10% a tutti i contratti di affitto concordati stipulati per gli immobili ubicati su tutto il territorio nazionale.
Rimaniamo a disposizione per una collaborazione proficua e necessaria, per aiutare il tessuto sociale rappresentato dai proprietari immobiliari, anch’essi coinvolti in maniera profonda dalla situazione creatasi con la pandemia del nuovo coronavirus.

Per meglio contribuire ai lavori del Governo da Lei presieduto, nonché per far “sentire” la voce dei proprietari immobiliari, che costituiscono un segmento grandissimo nel Paese, mi rendo sin d’ora disponibile ad un incontro, in videoconferenza, con chi sarà all’uopo incaricato.
Con l’occasione di inviarLe la presente, Le rivolgiamo, Signor Presidente, i migliori auguri di buon lavoro.

Clicca qui per visualizzare il documento.

Termini ed adempimenti in materia di condominio.
Ill.mo Sig. Presidente,
Ill.mo Sig. Ministro,
CONFABITARE – Associazione Proprietari Immobiliari – oltre ad essere quotidianamente al fianco dei propri associati e, in generale, di chi possiede immobili, è anche il punto di riferimento per moltissimi proprietari di immobili ubicati all’interno di strutture condominiali.
Con i provvedimenti che vietano gli assembramenti e le riunioni “fisiche” di più persone, di fatto è diventato problematico gestire sia il regolare funzionamento di un condominio, che rispettare i vari adempimenti previsti per legge. Il blocco della ordinaria gestione rischia di paralizzare sia la regolare fornitura di servizi ai condomini, che lo svolgimento delle manutenzioni (spesso indispensabili all’igiene e sicurezza), a maggior ragione se proseguiranno le difficoltà economiche delle persone, che limitano i fondi a disposizione degli Amministratori.
Come Associazione che tutela anche la proprietà immobiliare condominiale, non possiamo non essere in questo momento a fianco di questi professionisti che si trovano a dover gestire i Condominii nell’impossibilità di rispettare le scadenze di legge, con possibili gravi ripercussioni dal punto di vista della responsabilità professionale e contabile.

Portiamo, pertanto, alla Vostra attenzione le seguenti tematiche:
SICUREZZA ANTINCENDIO
Con il Decreto Ministro degli Interni del 25/01/2019 è stato fissato al giorno 6 maggio 2020 il termine per l’adeguamento di molti condominii alla normativa antincendio, in alcuni casi anche prevedendo interventi, a volte anche innovativi rispetto all’immobile esistente, di una certa rilevanza materiale ed economica.
Il Decreto “Cura Italia”, all’art. 103, non sembra aver preso in considerazione questo termine così importante ma, allo stesso tempo, gravoso per gli Amministratori condominiali e per i relativi proprietari.

SI CHIEDE
Di voler disporre, con apposito Decreto ovvero con emendamento a Decreto, un rinvio del predetto termine al 31/12/2020.
APPROVAZIONE BILANCI E RENDICONTI
La legge 11 dicembre 2012, n. 220 che ha riformato il Condominio, ha imposto la convocazione delle Assemblee di condominio per l’approvazione dei rendiconti di bilancio entro il 30 giugno di ogni anno, cioè entro i 180 giorni dalla chiusura dell’esercizio precedente. Da questo deriva che, ai sensi dell’art. 1129, comma 10, del Codice civile, l’Amministratore è obbligato ad agire per la riscossione delle rate condominiali approvate col bilancio, nel caso anche avviando procedura ingiuntiva.
A fronte di questi obblighi, dai quali possono derivare gravi responsabilità in capo all’Amministratore, vi è l’espresso divieto di convocare riunioni con assembramento di persone.
La situazione generale ci induce a pensare che prima dell’autunno non sarà possibile convocare assemblee “fisiche”, mentre non tutti sono già pronti per poterle convocare in remoto. Questo comporta l’impossibilità per l’Amministratore di rispettare i termini imposti dalla legge.

SI CHIEDE
Di voler disporre, con apposito Decreto ovvero con emendamento a Decreto, un rinvio del predetto termine al 31/12/2020. Si chiede altresì di emanare apposito provvedimento che consenta agli amministratori di poter richiedere le rate di oneri condominiali sulla base dell’ultimo bilancio preventivo approvato, fatto salvo eventuale successivo conguaglio, occorrendo anche con espressa autorizzazione ad avvalersi dell’art. 63 d.d.a. al Codice civile al fine di procedere in via giudiziale con detto titolo.
Per meglio contribuire ai lavori del Governo da Lei presieduto, nonché per far “sentire” la voce dei proprietari immobiliari, che costituiscono un segmento grandissimo nel Paese, mi rendo sin d’ora disponibile ad un incontro, in videoconferenza, con chi sarà all’uopo incaricato.
Con l’occasione di inviarLe la presente, Le rivolgiamo, Signor Presidente, i migliori auguri di buon lavoro.
Bologna, 5 maggio 2020

Clicca qui per visualizzare il documento.

Sgravi fiscali per salvare migliaia di negozi.

Ill.mo Sig. Presidente,
a seguito dei provvedimenti assunti dal Governo con la pubblicazione dei vari decreti “Io sto a casa”, è stata disposta la chiusura obbligatoria di moltissime attività non essenziali, misura che associata al divieto di circolazione comporta pesantissime ripercussioni anche sull’economia del nostro territorio.  Uno dei problemi che emerge in modo sempre più allarmante è l’impossibilità di imprese artigiane, commerciali, professionali e industriali di far fronte ai canoni di affitto degli immobili ove le attività vengono esercitate. Onde evitare che la cosa si aggravi, cioè che i pagamenti non effettuati superino una soglia di criticità non più sanabile, la cosa migliore è che locatori e conduttori raggiungano un accordo al fine di ridefinire e rimodulare le condizioni ed i termini economici del contratto di affitto fino a quando sarà cessata l’emergenza. Inoltre diventa fondamentale usare la leva fiscale per salvare migliaia di esercizi commerciali che rischiano di non riaprire le serrande dopo la chiusura prolungata a causa del corona virus.

Due in particolare sono le proposte che come Confabitare -associazione proprietari immobiliari- presentiamo al Governo: introduzione della cedolare secca al 10% e riduzione dell’ IMU per i proprietari disposti ad abbassare i canoni di locazione ai commercianti; istituzione di un Fondo nazionale di garanzia per gli affitti commerciali. Per fronteggiare un’emeregnza drammatica come quella che l’Italia sta vivendo occorrono provvedimenti strutturali, che guardino all’oggi ma anche al prossimo futuro. Il credito di imposta del 60% per il mese di marzo previsto dal decreto governativo è una misura tampone che serve a poco. C’è bisogno di una visione a medio lungo termine. Ora noi di Confabitare Le chiediamo di adottare senza indugi questi provvedimenti. Sarà un sacrificio importante, ne siamo consapevoli.  Ma non vediamo molte alternative.  Rimaniamo a disposizione per collaborare al fine di risolvere le problematiche legate all’emergenza del coronavirus.

Clicca qui per visualizzare il documento.

Proposta riduzione IMU su locali commerciali per emergenza Covid 19.

Ill.mo Sig. Sindaco,
come Lei sa, con la pubblicazione dei vari decreti “Io sto a casa”, il Governo ha disposto la chiusura obbligatoria di moltissime attività non essenziali, misura che associata al divieto di circolazione comporta pesantissime ripercussioni anche sull’economia del nostro territorio.

Uno dei problemi che emerge in modo sempre più allarmante è l’impossibilità di imprese artigiane, commerciali, professionali e industriali di far fronte ai canoni di affitto degli immobili ove le attività vengono esercitate. Onde evitare che la cosa si aggravi, cioè che i pagamenti non effettuati superino una soglia di criticità non più sanabile, la cosa migliore è che locatori e conduttori raggiungano un accordo al fine di ridefinire e rimodulare le condizioni ed i termini economici del contratto di affitto fino a quando sarà cessata l’emergenza.

Se per le attività sarebbe una “boccata d’ossigeno”, occorre che anche i proprietari possano averne un beneficio, visto che perdono un reddito sul quale facevano conto. Un aiuto potrebbe essere la previsione di un’IMU agevolata a favore di tutti i proprietari immobiliari disposti ad abbassare, anche in via temporanea, i canoni in origine pattuiti. E’ notizia di questi giorni che il Governo si appresterebbe a varare un provvedimento volto a rinviare, al 30 novembre, il pagamento di IMU, TARI e imposte locali minori. Se questa è l’intenzione allora siamo sulla buona strada. Ma capirà che differire è una cosa, ridurre un’altra, anche solo come impatto psicologico.

Confabitare, come associazione a tutela della proprietà immobiliare, potrebbe affiancare tutti i soggetti coinvolti, Comuni-Locatori-Conduttori, sia al fine di offrire la propria attività di consulenza e assistenza, sia quale soggetto terzo garante della correttezza di quanto concordato. Chiediamo una scelta coraggiosa, lo sappiamo!

Ora noi di Confabitare Le chiediamo di adottare senza indugi il provvedimento di riduzione dell’IMU. Sarà un sacrificio importante, ne siamo consapevoli. Ma non vediamo molte alternative. Siamo a Sua disposizione per poter illustrare meglio il progetto cui abbiamo lavorato in questi giorni. Potrà contattarci ai seguenti recapiti : 335/ 22 13 12 – 051/270444 mail presidente@confabitare.it

Clicca qui per visualizzare il documento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA