Un caso sollevato da Confabitare a Fuori dal Coro

Un caso sollevato da Confabitare a Fuori dal Coro

Maria Grazia Bacciottini è una signora di 85 anni, casalinga, pensionata con la “minima”, che ha vissuto in “affitto” una vita e che solo di recente – grazie ai risparmi che lei ed il marito hanno accumulato con molta fatica – abita in una casa di proprietà. La signora ha ereditato un appartamento in Pisa dai propri genitori: la casa dove è cresciuta. Nel 2012 l’ha concessa in locazione ad un signore straniero, lavoratore in buona salute, senza moglie o figli a carico. Il canone di mercato di quell’immobile era maggiore di quello chiesto da Maria Grazia, ma alla signora bastava avere una rendita certa (che il conduttore fosse in grado di pagare) necessaria per vivere dignitosamente, con la tranquillità di avere affidato la propria casa (arredata) ad una persona – il sig. Kadushi – che aveva promesso di trattarla con estrema cura.

Sette anni dopo, alla fine del 2019, la signora Bacciottini, bisognosa di liquidità per aiutare una delle sue tre figlie e due nipoti disoccupati, decideva, suo malgrado, di vendere la casa dove è cresciuta: l’immobile, locato al sig. Kadushi, doveva essere venduto libero per poterlo vendere “bene” ed in tempi celeri. Nel 2020, pertanto, la locatrice inviava la disdetta all’inquilino per comunicargli che il contratto – che sarebbe scaduto ad ottobre 2020 – non si sarebbe più rinnovato. Il sig. Kadushi, al quale la locatrice aveva gentilmente anticipato le sue intenzioni per telefono già nel 2019, non ritirava la raccomandata, credendo (a suo dire su consiglio di un’associazione di inquilini) che in questo modo avrebbe privato di effetti la disdetta. La sig.ra Bacciottini, visto l’ostruzionismo manifestato dal conduttore, si rivolgeva a Confabitare. Nonostante la disdetta regolarmente inviata dalla Sig.ra Bacciottini, l’inquilino non rilasciava l’immobile nell’ottobre 2020 e la proprietaria si vedeva costretta a rivolgersi all’avvocato consulente legale di Confabitare al fine di ottenere giudizialmente un titolo esecutivo finalizzato alla liberazione della propria casa, anticipando i relativi costi.

Nel frattempo, oltre a non liberare la casa, l’inquilino cessava di pagare il canone e le spese condominiali, quindi anche il riscaldamento (centralizzato) e l’acqua domestica; somme che restavano tutte a carico della parte locatrice, quale obbligata in solido, che -con grandissima fatica- si determinava a pagare tutto per evitare un contenzioso da parte dell’Amministratore di condominio.

Giunti a questo punto di ostilità da parte del conduttore, il legale cui si era rivolta la locatrice azionava la procedura per finita locazione presso il Tribunale di Pisa ed il Giudice – constatata la legittimità della richiesta e la regolarità della notifica, tentata ancora una volta la conciliazione tra le parti – comunicava che la data per il rilascio spontaneo sarebbe stata prevista per il 31.12.2021 (10 mesi dopo). La locatrice – ancora fiduciosa nel buon senso del suo conduttore affinchè effettivamente rilasciasse spontaneamente la casa – accettava come data di rilascio il 31.12.2021 e, a condizione dell’effettivo rilascio per detta data, dichiarava (in sede stragiudiziale) che avrebbe rinunciato al suo credito. Il Giudice convalidava lo sfratto per finita locazione nel Febbraio 2021 prevedendo il rilascio spontaneo per il 31.12.2021.

L’inquilino al 31.12.21 non liberava casa, non pagava alcunchè e persisteva, quindi, ad occupare l’appartamento abusivamente in totale spregio della pazienza e degli sforzi economici già profusi dalla locatrice.

Nel 2022 l’avvocato della locatrice azionava la fase esecutiva dello sfratto in Pisa. L’ufficiale giudiziario, dopo la notifica del preavviso di sfratto, procedeva con i vari accessi (nella città di Bologna tendenzialmente – salvo particolari circostanze – gli accessi sono due o tre prima dell’effettivo accesso con la forza pubblica ed il fabbro per la sostituzione della serratura) e cioè: Maggio 2022, Luglio 2022, Settembre 2022, Ottobre 2022, Novembre 2022, rinviato poi al 16 Gennaio 2023 ed ancora al 23 Gennaio 2023 (7 accessi).

Dal II accesso, ovvero da Luglio 2022, ogni tentativo dell’Ufficiale giudiziario, finalizzato a restituire il possesso della casa alla sua legittima proprietaria, veniva respinto da un gruppo di dissidenti (muniti di bandiere e striscioni) che dichiaravano di appartenere al sindacato inquilini, di fatto impedendo all’Ufficiale Giudiziario di agire; infatti, la forza pubblica, da sempre chiamata a presenziare per coadiuvare l’Ufficiale Giudiziario (talvolta presentatasi e talaltra no), si è sempre rifiutata di “eseguirlo” per asseriti problemi di ordine pubblico originato dalla presenza dei presenti dissidenti (30/50 persone che gridano e inveiscono contro i proprietari, a loro dire rei di non lasciare vivere in casa l’inquilino): di fatto i due agenti che a rotazione sono intervenuti durante i vari tentativi di accesso, in ogni occasione, hanno affermato di non potere liberare la casa poiché temevano disordini.

Le persone appartenenti al sopracitato sindacato, come detto radunatesi per impedire lo sfratto, pubblicavano on line i loro “successi”: un mondo parallelo, totalmente avulso dai principi basici di uno stato di diritto e da una vera giustizia sociale, fondato sulla violenza e la illegalità. La condotta dei dissidenti, che di fatto impediscono a tutt’oggi l’esecuzione di uno sfratto, quindi l’attività di un pubblico ufficiale e della Pubblica Autorità, potrebbe integrare una fattispecie di reato: radunata sediziosa ex art 655 c.p.

La condotta della Forza Pubblica che si rifiuta di eseguire un provvedimento del Tribunale – anche dopo sei tentativi di accesso – potrebbe integrare i reati di cui agli artt.328 e 329 del c.p. Detta condotta è gravemente contraria ai principi base di uno Stato di diritto.

La signora Bacciottini non ha ancora sporto denuncia, ma sta valutando di farlo poiché non le è data altra alternativa per avere giustizia e per far cessare una situazione di illegittimità a sue spese. Visti gli accadimenti, visto poi che le testate giornalistiche della Città di Pisa – interpellate dalla famiglia della locatrice nel Luglio 2022 per portare alla luce questi fatti – non hanno manifestato interesse nel caso, visto che la situazione non pareva sbloccarsi in alcun modo (anzi, pareva dilungarsi nel medesimo stato stante il moltiplicarsi delle richieste avanzate dai servizi sociali di Pisa per poter procrastinare la disponibilità della casa per l’inquilino e stante l’asserita assenza di case popolari da parte del Comune di Pisa), nel Dicembre 2022 il legale della locatrice suggeriva all’assistita di azionare un ricorso ex art. 610 cpc affinchè il Giudice dell’esecuzione del Tribunale di Pisa, constatati i noti problemi nell’esecuzione dello sfratto, adottasse “tutti i provvedimenti temporanei opportuni ai sensi dell’art.610 c.p.c., anche inaudita altera parte, ad ultimare l’esecuzione del rilascio dell’immobile il giorno del prossimo accesso, e cioè il 16 gennaio 2023”. Il Giudice del Tribunale di Pisa, però, fissava l’udienza al 17.01.2023, e cioè il giorno successivo all’accesso pianificato di Gennaio, così offrendo di fatto un’altra chance al conduttore.

Il 16 gennaio 2023, tuttavia, ancora una volta si presentava l’Ufficiale Giudiziario alle ore 9 per eseguire lo sfratto e ivi erano già presenti 30 persone del sindacato inquilini, che gridavano e sventolavano bandiere e striscioni in difesa del conduttore; alle ore 12 arrivava la pubblica autorità. Anche in questa occasione lo sfratto non avveniva poiché la forza pubblica intervenuta affermava che, per problemi di ordine pubblico, non avrebbe proceduto né ad eseguire lo sfratto, né ad identificare i presenti dissidenti (che per l’ennesima volta avevano creato disordine e impedivano l’attuazione della legge), nonostante espressa richiesta del legale presente.

La mattina del 17.01.2023, alla presenza dell’ufficiale giudiziario convocato dal Giudice e dell’avvocato della ricorrente, si teneva l’udienza di cui al ricorso ex art. 610 cpc presso il Tribunale di Pisa, ed il Giudice – sentite le parti presenti – si riservava.

La sera del 17.01.2023 Fuori dal Coro del Dott. Giordano trattava la vicenda della Sig.ra Bacciottini. Il giorno 18.01.2023 il Tribunale di Pisa notificava alla legale della sig.ra Bacciottini un provvedimento in accoglimento delle richieste formulate e più precisamente il Giudice “richiede all’autorità di pubblica sicurezza di garantire un adeguato presidio di forza pubblica in vista del prossimo accesso sull’immobile di Pisa […] previsto per il 23.01.2023 ore 8,00 al fine di rendere possibile l’attuazione del diritto al rilascio dell’immobile”.

Prontamente, sempre in data 18.01.2023, la legale provvedeva a notiziare la Questura e la Prefettura di Pisa, a mezzo pec, del provvedimento del Tribunale di Pisa, affinchè gli uffici si organizzassero per inviare il giusto numero di agenti all’appuntamento del 23.01.2023, onde liberare effettivamente la casa. Nessuna risposta alla suddetta pec seguiva, e nessun agente veniva inviato in data 23.01.2023 ad ore 8 come indicato in provvedimento.

Sorprendentemente però, dopo la puntata di Fuori dal Coro, il Comune di Pisa (che sino ai primi di Gennaio tentava di ottenere altri 3 mesi dalla sig.ra Bacciottini per l’inquilino, tramite i servizi sociali) ha nel frattempo reperito una casa per l’ex conduttore, il quale in data 23.01.2023 (alla presenza della legale e dell’ufficiale giudiziario, sprovvisti di forza pubblica) ha riconsegnato le chiavi di casa alla delegata della signora Bacciottini.

Per la proprietaria di casa questo incubo è finito. Dovrà in seguito cercare di recuperare il grande credito maturato, ma quantomeno nel frattempo potrà disporre della sua casa.

Morale della storia: La locatrice – persona che ha da sempre pagato le tasse, che vive di una pensione minima, che ha vissuto nella legalità, che nonostante i problemi economici non ha mai imbrogliato nessuno, ma si è rimboccata le maniche quando ha avuto necessità – non è stata tutelata dallo stato, si è sentita del tutto abbandonata. L’inquilino moroso e abusivo, invece, è rimasto indisturbato nell’immobile, a totale carico economico della sig.ra Bacciottini: ha sempre prevalso l’uso spietato della forza, impropriamente dipinto come “lotta di classe” dall’occupante e dal sindacato inquilini.

Il proprietario di casa è infatti spesso demonizzato in questo paese: è reo di avere risparmiato e di avere comprato una casa che poi ha concesso in locazione. Quasi mai, nei fatti, viene compiuta una distinzione tra un grande capitalista (ad esempio una società immobiliare che vanta 300 appartamenti, e che comunque avrebbe il pieno diritto al rilascio dell’immobile) e una persona che, con il piccolo introito di 500 euro al mese di canone, al lordo delle tasse, integra una pensione minima, e non ce la fa a sostenere un ritardo del genere.

L’inquilino moroso, che si approfitta della lenta burocrazia italiana, di tutele ideologiche che bloccano l’economia, ha più liquidità del proprietario di casa, che con i sacrifici di una vita ha potuto dapprima comprarla, ha poi dovuto fronteggiare tutte le spese di natura straordinaria, poi quelle conseguenti alla condotta illecita dell’inquilino, rapaci dei risparmi e della serenità di una persona debole.

Il proprietario immobiliare non può essere costretto a dover sostituire il welfare dello stato, è lo stato che deve provvedere a chi ha delle fragilità. La signora Bacciottini non è il servizio sociale del comune di Pisa.

La normativa inerente la materia delle locazioni necessità di una riforma. Fino ad ora, lo Stato ha avvallato di fatto la legge del più forte. Chi risarcirà la signora Bacciottini per le omissioni avvenute sino ad oggi?

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