La proprietà privata, questa sconosciuta! Una battaglia demagogica dietro la volontà dei 5S di impedire l’esecuzione degli sfratti

Alberto Zanni
Presidente Nazionale

Luca Capodiferro
Coordinatore Centro Studi Giuridici

CONFABITARE è da sempre al fianco dei propri associati e, in generale, di chi possiede immobili, sia per aiutarli e sostenerli a superare i problemi quotidiani che ogni proprietario deve affrontare, che per consigliarli nel gestire le conseguenze dovute alla crisi sanitaria da Covid-19 che, in questo 2020 così difficile per il nostro Paese – nel quale siamo chiamati tutti a concentrare i nostri sforzi per superare la “seconda ondata” della crisi – ha investito pesantemente quasi tutto il comparto immobiliare, sia residenziale che commerciale. La nostra Associazione non si è sottratta ai propri doveri ed ha voluto contribuire in vari modi, uno dei quali è stato quello di interloquire con il Governo e con i partiti, sia di maggioranza che di opposizione, proponendo emendamenti ai vari DPCM e, da ultimo, al dibattito sulla “LEGGE DI BILANCIO 2021”.

In tale contesto abbiamo proposto anche la revoca del blocco degli sfratti, oggi prevista fino al 31/12/2020 ed introdotto con l’emendamento di LEU sul presupposto di voler fronteggiare le conseguenze economiche causate dal Coronavirus sul comparto locazioni, ma che in realtà non ha ad oggi coinvolto in alcun modo i contratti “colpiti” dall’emergenza stessa, se non per pochi casi isolati, essendo infatti ancora troppo presto perché si riversino nei tribunali le relative procedure di sfratto e, a maggior ragione, le successive procedure esecutive di rilascio, mentre ha concesso a tutti gli effetti – senza alcuna ragione giuridica e sociale – un salvacondotto sulle morosità antecedenti, anche di anni, il manifestarsi dell’epidemia.

In questo modo si sono legittimati, magari anche involontariamente, molti furbetti e disonesti e coloro che non hanno alcuna volontà di risolvere in qualche modo la loro situazione debitoria, cioè quelli che non pagano per scelta e non per necessità (che, invece, sono quelli che, pur essendo privi di risorse, cercano in tutti i modi una soluzione con i proprietari), danneggiando i locatori che, in molti casi, sono costituiti da famiglie di lavoratori che hanno ereditato la casa o hanno fatto enormi sacrifici per investire in un immobile da mettere a reddito (e sul quale, magari, ancora pagano il mutuo) e sul quale reddito magari contano per superare questa emergenza.

In questo scenario, decisamente delicato e preoccupante, desta preoccupazione, sia dal punto di vista sociale che giuridico, la proposta di emendamento al Decreto Ristori che sarebbe stata presentata da un gruppo di senatori del Movimento 5 Stelle, capitanati dal Senatore Dessì (che in molti dicono essere noto per il fatto che occupa una casa popolare a Frascati con un canone mensile di 7 euro pur essendo un Senatore) che tende a confermare il blocco degli sfratti fino al 31/03/2021 (ma le voci parlano poi di un nuovo emendamento, forse a febbraio, volto a spostare al 30 giugno il blocco) sempre sul presupposto di voler aiutare le fasce più deboli della società. Il tutto senza alcuna forma di compensazione a favore dei locatori sui quali, come sempre, si cerca di scaricare tutto il “welfare” che il pubblico non può o non vuole gestire. Se poi si considera che le imposte locali restano dovute e che, a parte gli affitti residenziali beneficiati dal Decreto Crescita, chi non ha percepito affitti commerciali se non ha ancora ottenuto la sentenza esecutiva di sfratto deve comunque dichiararli e pagarci le tasse, ecco che il cerchio è chiuso.

Forse che la maggior parte dei locatori, che sono persone fisiche, non sono anch’essi soggetti che meritano tutela? Se guardiamo in faccia il problema senza gli “occhiali della demagogia e dell’ipocrisia”, possiamo comprendere come – mentre non c’è ancora l’ondata di sfratti né sembra che, almeno in questi mesi, i locatori abbiano intenzione di procedere se non per i casi di conduttori in mala fede (questi si ben tutelati da queste norme) – vi sia una parte politica che si “nasconde dietro il dito” per ottenere quello che, a tutti gli effetti, è una forma di esproprio indiretto, tanto caro ad una politica che pensavamo morta e sepolta da qualche decennio!

E’ innegabile che vi sia un problema serio di mancanza di liquidità in capo alle famiglie e a molte attività. Com’è altrettanto innegabile che per questi soggetti diventi sempre più difficile, quando non impossibile, pagare gli affitti (in tutto o in parte). E’ sotto gli occhi di tutti come vi siano in questo periodo famiglie, così come commercianti, artigiani, professionisti, gestori di attività del settore ristorazione e alberghiera (per non parlare di coloro che lavorano nelle attività connesse al trasporto aereo o al turismo) che sono letteralmente in ginocchio. Così come è cronaca ormai quotidiana quelle di famiglie piccolo o medio borghesi, prima impensabile, che fanno la fila per i pasti offerti dalle varie associazioni di assistenza e volontariato.

Quello che, forse, sfugge al Movimento 5 Stelle è che, in questa lunga e tragica lista, ci sono moltissimi proprietari di immobili i quali, a loro volta, non riescono più a mantenere la famiglia. Eppure, in molti casi, questi locatori – rendendosi conto delle estreme difficoltà in cui versano i propri conduttori – se ne guardano bene dall’avviare la procedura di sfratto e, in molti casi, accettano di ridurre il canone o, addirittura, di rinunciare in via definitiva a tutto o parte dell’ammontare non pagato. In molti casi riemettendoci anche sotto l’aspetto fiscale! Se la si smettesse di fare demagogia (stando, se è vero, comodamente alloggiati in case a 7 euro al mese) sulla pelle delle persone, allora potremmo seriamente parlare di rinegoziare i canoni (a fronte di sgravi fiscali), di incremento del fondo affitti e del fondo morosità incolpevole. Volendo, potremmo anche immaginare una graduazione degli sfratti per aiutare veramente chi è colpito dalla crisi da Coronavirus. Ma per parlare di queste cose occorre aver voglia di capire!

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