Iniziano i lavori di installazione dell’ascensore per Emo Gruppioni

Finalmente nel palazzo di Emo Gruppioni, l’uomo disabile che si è rivolto a Confabitare perché gli veniva negata la possibilità di installare un ascensore nel suo condominio, è stato affisso l’avviso di inizio lavori per la piattaforma elevatrice, che gli consentirà di uscire dallo stato di reclusione forzata in cui ha vissuto per 15 anni.

“Per noi quell’ascensore rappresenta tutto e ho lottato con le unghie e con i denti per ottenerlo. Quando ho visto l’avviso di inizio lavori affisso nella bacheca del mio condominio, non potevo crederci. Sarà un percorso fatto di tante sorprese perché non do nulla per scontato fino a quando non vedo l’ascensore montato”. Commenta così Elisa Gruppioni, la figlia di Emo che sei mesi fa ha iniziato con Confabitare una difficile battaglia per far ottenere l’ascensore a suo padre. “Questo ascensore serve a mio padre non soltanto per raggiungere più facilmente l’ambulanza quando viene a prenderlo per le visite, ma anche per restituirgli il diritto di fare una passeggiata all’aria aperta o gioire delle semplici cose che per noi sono scontate. Voglio che mio padre conduca una vita normale come tutti, questo è un diritto che gli è stato negato per 15 anni, nessuno gli restituirà il tempo che ha perso però è importante che nel futuro questo ascensore ci sia”.

“Nonostante il via libera per l’installazione dell’ascensore di qualche mese fa – commenta Alberto Zanni, Presidente nazionale di CONFABITARE, Associazione Proprietari Immobiliari – abbiamo continuato a monitorare la vicenda, per nulla semplice, e ora i Gruppioni finalmente vedono affisso in condominio l’avviso di inizio lavori. È una vicenda che sta prendendo la giusta piega, non vedo l’ora di festeggiare l’installazione dell’ascensore e fare il primo viaggio con Emo ed Elisa”.

LA VICENDA
Emo è un uomo disabile di 83 anni, costretto in casa da 15, a causa di più della metà dei condomini dello stabile in cui vive che negli anni si sono opposti all’installazione di un ascensore, per motivi futili se comparati alla necessità di Emo di vivere una vita normale. “Toglie luce alla tromba delle scale, durante i lavori ci sarà molta polvere, serve principalmente a voi perché la palazzina è solo di tre piani e voi abitate al terzo”, queste alcune delle motivazioni che venivano tirate fuori durante le assemblee di condominio, accompagnate spesso da una chiosa infelice: “perché non cambiate casa?”.

C’è stato anche chi ha sostenuto che l’ascensore non si sarebbe potuto installare per via delle dimensioni che avrebbero richiesto una deroga alla legge 13/89 (specifica per “abbattimento delle barriere architettoniche”). Nonostante le tante difficoltà quotidiane la figlia di Emo, Elisa, non demorde. Quest’anno c’è la possibilità di inserire nel Superbonus 110% anche l’ascensore come elemento trainato e decide di fare tutto il possibile per conseguire il suo obiettivo. È marzo, il condominio sta per iniziare i lavori del Superbonus, il tempo stringe e in questo frangente Elisa sente la necessità di affidarsi ad un’associazione che tuteli la posizione della sua famiglia e l’accompagni in questo momento difficile coi condomini. Si reca da Confabitare nella sede della sua città, Bologna, che è anche la sede nazionale dell’associazione.

Confabitare, oltre al supporto tecnico, si dimostra molto sensibile ad abbattere le barriere architettoniche e vuole risolvere il caso. Siamo al 7 Luglio, Elisa deve andare all’ennesima assemblea per richiedere l’inserimento dell’ascensore nella pratica. Confabitare consiglia un avvocato di sua fiducia per assisterla. All’assemblea, su 20 condomini, 11 si oppongono all’installazione, ma per il Superbonus bastano 1/3 dei proprietari favorevoli (e non i 500 millesimi): dunque, rimostranze a parte, l’assemblea si conclude nel migliore dei modi: l’ascensore si può installare senza problemi e senza impegno economico. Sembrava che tutto fosse andato a buon fine, ma il 30 luglio un condomino si oppone impugnando la delibera, adducendo il fatto che l’ascensore può provocare danni strutturali e costringendo così Elisa ad una perizia di un architetto e di un ingegnere. Entrambi rilevano che l’installazione di un ascensore di dimensioni più piccole della norma è fattibile e non reca danni all’immobile. Lo studio è fatto molto bene, basta solamente la deroga firmata dal Comune (attesa inizialmente per i primi di ottobre), ma con l’impugnazione della delibera condominiale e la conseguente mediazione si rischia di andare oltre i tempi del Superbonus. Elisa si sente sola e sconfortata, non riesce ad accettare l’ingiustizia, pensa che ci sia bisogno di un cambio di mentalità, che non si possa vivere in una società tanto egoista.

È tarda sera, ma telefona ad Alberto Zanni, il Presidente Nazionale di Confabitare e valutando la ristrettezza dei tempi, decidono assieme che l’unica soluzione, a questo punto, è quella di denunciare l’accaduto alla stampa, sperando di far riflettere così i condomini e riportare sui suoi passi l’unico che ha impugnato la delibera. Obiettivo è quello di accelerare i tempi sensibilizzando il condomino e l’opinione pubblica, inviando comunicati stampa alle varie redazioni, e cercando il supporto di qualche testata. Tante testate non solo si interessano immediatamente per avere notizie dettagliate, ma i giornalisti dimostrano di voler supportare i Gruppioni. Il Corriere ritiene che il caso sia da comunicare anche a livello nazionale, così la storia di Emo viene pubblicata, arriva il sostegno di tanti Italiani che con lettere e telefonate dimostrano solidarietà. Inaspettatamente la storia tocca le corde di una star: J-Ax manda un messaggio attraverso i suoi canali social, diretto al condomino che ha impugnato la delibera e al Sindaco di Bologna. Il Sindaco uscente Virginio Merola e il candidato Matteo Lepore contattano la famiglia Gruppioni e fanno presente la loro vicinanza. Merola fa quanto in suo potere per dimostrarlo coi fatti e chiede di velocizzare l’emissione della deroga che conferma quanto accertato dall’ingegnere e dall’architetto, e arriva ai Gruppioni una settimana prima del previsto. Rimane lo scoglio del condomino che ha impugnato la delibera, il clamore mediatico non pare scuoterlo e si aspetta l’8 ottobre, quando è fissata la mediazione. Ma qualche giorno prima arriva ad Elisa una lettera dell’avvocato che, nello stupore di tutti, comunica la rinuncia all’impugnazione della delibera. In tutto questo periodo Confabitare ha avuto modo di conoscere una famiglia meravigliosa, un esempio di vita, di amore e di fede, tenuta in gabbia da situazioni avverse.

Comunicato stampa 31/01/22

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