Riscaldamento autonomo

Da tempo ho deciso di munire il mio appartamento (all’ultimo piano di un condominio) di impianto autonomo di riscaldamento, staccandomi così da quello condominiale. Ho anticipato la decisione ai vicini che hanno detto che ne parleremo in assemblea ove si “augurano che ci sia data l’autorizzazione” (parole testuali). Sono preoccupato: se non dessero questa autorizzazione non posso staccarmi. Ci sono soluzioni alternative?
Marco L.

 

Non occorre nessuna delibera autorizzativa. L’articolo 1118 del codice civile è stato appositamente riformato dalla legge 220/2012 in modo tale da diciplinare anche il distacco dall’impianto centralizzato. In estrema sintesi, è stato previsto quando e come è possibile il distacco: “Il condomino può rinunciare all’utilizzo dell’impianto centralizzato di riscaldamento o di condizionamento, se dal suo distacco non derivano notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per gli altri condomini. In tal caso il rinunziante resta tenuto a concorrere al pagamento delle sole spese per la manutenzione straordinaria dell’impianto e per la sua conservazione e messa a norma”. La certificazione che dal futuro distacco non deriveranno squilibri all’impianto o aggravi di spesa, viene fornita da un tecnico abilitato a mezzo relazione tecnica (preventivamente redatta ed inoltrata all’amministratore) che, preso in esame l’impianto centralizzato, accerti la fattibilità del distacco. Quest’ultimo però non esonera il condomino distaccato dal continuare a contribuire alle spese citate nella norma.

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