Confabitare critica la Direttiva Case Green: oneri pesanti e mancanza di tutela per le famiglie

L’11 marzo scorso il Parlamento Europeo ha approvato la direttiva EPBD, conosciuta come “Direttiva Case Green”, registrando 370 voti favorevoli, 199 contrari e 46 astenuti.
Tale approvazione ha acceso un acceso dibattito su questioni di sostenibilità e politiche ambientali. Mentre il Parlamento ha votato a favore, l’accoglienza da parte di vari settori è stata tutt’altro che unanime.
Tra le voci critiche più forti c’è quella di Confabitare – Associazione Proprietari Immobiliari – che dall’aprile del 2023, quando ha iniziato a lavorare sulla direttiva, ha espresso preoccupazioni sulla sua struttura che potrebbe mettere in gravi difficoltà i proprietari di case, in particolar modo in Italia.
Il testo della direttiva, ora approvato, impone notevoli oneri ai proprietari immobiliari, risultando incompatibile con la realtà edilizia e finanziaria italiana. Nonostante le molteplici battaglie condotte da Confabitare e da alcuni parlamentari su tutti gli aspetti della direttiva, rimane il fatto che questa richiede due miglioramenti di classe energetica, con costi stimati tra i 40.000 e i 100.000 euro, una spesa che, dati gli attuali contesti di mercato, potrebbe ulteriormente aumentare. E’ evidente che vi è poca considerazione delle reali capacità delle famiglie di affrontare i lavori di efficientamento.

Mentre la direttiva EPBD mira a promuovere una maggiore efficienza energetica e ridurre le emissioni di gas serra, le preoccupazioni sollevate da Confabitare mettono in evidenza la necessità di un approccio equilibrato e pratico alla sostenibilità. La direttiva non è priva di criticità significative, che sollevano interrogativi sul suo impatto effettivo e sulla sua effettiva capacità di guidare il settore edilizio verso un futuro più sostenibile. Confabitare esprime forte insoddisfazione per l’approvazione, evidenziando seri dubbi sulle politiche ambientali e sulle proposte che sembrano ignorare le reali capacità finanziarie delle famiglie italiane.

Alberto Zanni, presidente nazionale di Confabitare, sottolinea: “Le famiglie italiane dovrebbero affrontare costi tali da richiedere diverse decadi per essere ammortizzati, senza alcuna garanzia di un reale risparmio sulle bollette. La realtà è che non tutti sono in grado di affrontare i costi previsti, con il concreto rischio che gli immobili non adeguati subiscano una rilevante svalutazione, innescando potenziali fenomeni speculativi nel settore immobiliare. Abbiamo numerosi interrogativi sull’assistenza per i meno abbienti e sulle sanzioni per gli Stati che non rispetteranno i parametri UE. Critichiamo l’attuale direttiva per la mancanza di considerazione verso la salvaguardia della proprietà privata e della dignità economica delle famiglie”.

Confabitare non ritiene sostenibile aderire alle richieste della direttiva EPBD e invita a una revisione delle politiche per garantire una vera tutela dell’ambiente senza compromettere il benessere delle famiglie e la proprietà privata.

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