L’assemblea condominiale ha votato, a larga maggioranza, la sistemazione dello stabile tutto in unica soluzione (grandi lavori), approfittando di un finanziamento che viene concesso da chi installa il fotovoltaico sul tetto (pure da riparare) senza obbligo di adesione totale. Mi chiedo quindi: se coloro che rifiutano l’installazione e il finanziamento, dovendo pagare a breve l’importo dei soli (ma preponderanti) lavori di riparazione non ottemperano all’obbligo, a chi spetta coprire le somme che mancano? Agli altri condomini in quota? O l’amministratore può proporre la via giudiziaria di riscossione coatta dai debitori?

Walter B.

Il quesito pone il grosso problema del recupero dei crediti nell’ambito del condominio. La questione in esame è peraltro ancora più complessa, perchè il condominio non solo ha deliberato importanti interventi, ma parrebbe anche aver acceso un finanziamento.
Se così fosse, bene farà l’amministratore ad attivarsi senza indugio avverso i morosi, ma nelle more l’ente che ha erogato il finanziamento non sarà disposto ad aspettare. Al fine di evitare il peggio, è opportuno che i condomini “virtuosi” si accollino temporaneamente pro quota la somma mancante per coprire la rata di finanziamento.
Ciò costituisce sicuramente un’ingiustizia morale e tecnica, ma ha una sua forte ragione pratica. Diverso sarebbe stato se non ci fosse stato il contratto di finanziamento.

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