Quel pasticciaccio brutto della legittima difesa

Editoriale: Alberto Zanni

Da settimane è l’argomento più gettonato nei talk – show televisivi e sui siti web, nei TG e nei giornali. Tutti ne parlano: politici, giuristi, sociologi, intellettuali. E giù analisi, proposte, ricette pseudo miracolose, anatemi e polemiche. Stiamo parlando della “legittima difesa”, una formuletta giuridica disciplinata dal nostro codice penale, divenuta lo specchio sinistro di un Paese
in cui la sicurezza dei cittadini per bene è ormai un optional.

Negli ultimi anni abbiamo assistito a una drammatica escalation di aggressioni e rapine di inaudita violenza, a dimostrazione che il livello di ferocia della criminalità si è alzato. E la gente ha sempre più paura, non si sente al sicuro nelle proprie case, nei propri negozi, camminando per strada. Il governo continua a sciorinare dati che dimostrerebbero un calo di furti e rapine, ma la percezione dei cittadini è tutt’altra. Così aumenta il senso di insicurezza di fronte a una delinquenza sempre più spietata, e quel che forse è peggio, cresce la sensazione di essere abbandonati dallo Stato, di essere lasciati soli alla mercé dei malviventi. Che fare, allora?

Molti corrono ad armarsi. Il ragionamento è semplice: se lo Stato non mi difende cerco di difendermi da solo. Una scelta comprensibile ma rischiosa e che non ci sentiamo di condividere. Sottoscriviamo le parole di Graziano Stacchio, il benzinaio vicentino che nel febbraio 2015 uccise un bandito per salvare la commessa di una gioielleria: «il diritto all’autodifesa è sacrosanto, ma armarsi non è la soluzione. Va cambiata la legge sulla legittima difesa tutelando di più la vittima invece del delinquente».

Ecco il punto cruciale della questione: la modifica dell’attuale normativa. Tutti d’accordo sul fatto che vada cambiata, tutti in disaccordo sul come cambiarla. E in Parlamento si annuncia battaglia dura tra la proposta del Pd (e del governo) che modifica poco
o nulla la disciplina attuale, e quella della Lega, più “punitiva”nei confronti dei delinquenti e più garantista nei confronti delle vittime.

Confabitare non ha dubbi da che parte schierarsi. La nostra associazione tutela i proprietari immobiliari e i loro diritti: il primo è quello di essere sicuri all’interno della propria casa. Se questa sicurezza viene meno, va riconosciuta per legge la facoltà di difendersi con ogni mezzo, senza più alcun rischio di incorrere in guai giudiziari. Quindi a fronte di un’aggressione violenta da parte di un ladro la difesa è sempre legittima. Se qualche malintenzionato entra in casa mia o nel mio negozio, deve sapere che lo fa a suo rischio e pericolo. L’eccesso di legittima difesa va cancellato dal codice penale. Piena libertà di reagire, dunque, a difesa della propria vita, dei propri cari, dei propri beni. Questo non significa che auspichiamo il Far West con bande di pistoleri pronti a sparare, tutt’altro.

Le armi non ci piacciono e il modello americano neppure. Ma di fronte a episodi sconvolgenti come quello recente del barista
di Budrio ammazzato da un criminale serbo che in Italia neppure poteva starci, non si può non pensare che se la vittima fosse stata armata e avesse sparato per primo, si sarebbe forse salvato. La legge sulla legittima difesa va riformata e in fretta. Bisogna farla finita con sospensioni condizionali e sconti di pena, con svuotacarceri e favoritismi vari, figli di una cultura ipergarantista che ha provocato solo danni. Le pene vanno scontate per intero: non è possibile che un ladro, arrestato e condannato, dopo 48 ore sia
già in circolazione. La politica si svegli e provveda, la pazienza degli onesti non è illimitata.

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